"Tutti gli stati, tutti e' domini che hanno avuto e hanno imperio sopra gli uomini,sono stati e sono o repubbliche o principati.E' principati sono: o ereditari,de' quali el sangue del loro signore ne sia suto lungo tempo principe,o e' sono nuovi E' nuovi,o e' sono nuovi tutti ..o e' sono come membri aggiunti allo stato ereditario del principe che li acquista.” (I)
(…) "Dovete adunque sapere come sono dua generazioni di combattere: l'uno con le leggi, l'altro con la forza. Quel primo è proprio dello uomo, quel secondo è delle bestie: ma poichè il primo molte volte non basta, conviene ricorrere al secondo. Pertanto a uno principe è necessario sapere bene usare la bestia e l'uomo. Questa parte è suta insegnata a' principi copertamente dalli antiqui scrittori: li quali scrivono come Achille e molti altri di quelli principi antichi furono dati a nutrire a Chirone centauro, che sotto la sua disciplina li custodissi. Il che non vuol dire altro, avere per precettore uno mezzo bestia e mezzo uomo, se non che bisogna a uno principe sapere usare l'una e l'altra natura: e l'una sanza l'altra non è durabile.
Sendo adunque uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe e il lione, perchè il lione non si defende da' lacci, la golpe non si defende da' lupi. Bisogna adunque essere golpe a conoscere e lacci, e lione a sbigottire e lupi" (XVIII)
"Nondimanco perchè il nostro libero arbitrio non sia spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l'altra metà, o presso, a noi. E assomiglio quella a uno di questi fiumi rovinosi che, quando s'adirano, allagano e' piani, ruinano gli arberi e gli edifizii, lievano da questa parte terreno, pongono da quell'altra; ciascuno fugge loro dinanzi, ognuno cede allo impeto loro senza potervi in alcuna parte obstare. E benché sieno così fatti, non resta però che li uomini, quando sono tempi quieti, non vi potessino fare provvedimento e con ripari e argini, in modo che crescendo poi, o egli andrebbano per uno canale, o l'impeto loro non sarebbe né si licenzioso né sì dannoso ... Concludo adunque che variando la fortuna e stando li uomini ne' loro modi ostinati, sono felici mentre concordano insieme, e come discordano infelici. Io iudico bene questo, che sia meglio essere impetuoso che respettivo, perchè la fortuna è donna; ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla. E si vede che la si lascia più vincere da questi, che da quelli che freddamente procedono. E però sempre, come donna, è amica de' giovani, perchè sono meno respettivi, più feroci e con più audacia la comandano". (XXV)
“Gli uomini si debbano o vezzeggiare o spegnere.”
"La natura de' popoli è varia ; et è facile a persuadere loro una cosa, ma è difficile fermarli in quella persuasione".
"Un uomo che voglia fare in tutte le parti professione di buono, conviene ruini infra tanti che non sono buoni".
"Gli uomini si dimenticano più presto la morte del padre che la perdita del patrimonio".
"Gli uomini in universali iudicano più alli occhi che alle mani; poichè tocca a vedere a ognuno, a sentire a pochi."
"Degli uomini si può dire questo generalmente: che sieno ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori; fuggitori dei pericoli, cupidi di guadagno; e mentre fai loro bene, sono tutti tua, òfferonti el sangue, la roba, la vita, e' figliuoli quando il bisogno è discosto; ma, quando ti si appressa, e' si rivoltano".